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SALUTE DEL CANE Sindrome di Horner nel cane, da non confondere con l’ulcera corneale



La Sindrome di Horner nel cane è una malattia dell’occhio e in particolare dell’innervazione simpatica. L’innervazione simpatica è quella parte dell’occhio responsabile della dilatazione della pupilla in seguito ad impulsi come la paura, la rabbia o l’eccitazione. Agisce in collaborazione con l’innervazione parasimpatica che, invece, è responsabile del restringimento della pupilla in presenza della luce. La Sindrome di Horner si verifica quando l’innervazione simpatica subisce un danno. Questa sindrome è spesso la conseguenza del danneggiamento delle vertebre T1-T3 del midollo spinale, di un trauma al collo, di un’otite media, di una neuropatia periferica o di un danno retro bulbare. Questa sindrome può essere anche di natura idiopatica e in questo caso si risolve spontaneamente.

Sintomi della Sindrome di Horner canina
I sintomi più evidenti di questa malattia sono la miosi, ossia il restringimento della pupilla, la ptosi e l’enoftalmo, ovvero il rientro dell’occhio nell’orbita. I sintomi della Sindrome di Horner sono molto simili a quelli dell’ulcera corneale e le due malattie spesso vengono confuse. In alcuni casi la Sindrome di Horner causa anche una vasodilatazione periferica del lato della testa colpito, con iperemia e aumento della temperatura cutanea.

Curare la Sindrome di Horner nei cani
Il tipo di terapia da utilizzare per la cura della Sindrome di Horner dipende dall’entità della lesione presente lungo l’innervatura simpatica e si divide in tre forme: di primo ordine che è la più grave con assenza totale dell’innervazione, di secondo ordine quando interessa la zona pregangliare e di terzo ordine quando interessa la zona postgangliare. Per la diagnosi vengono effettuati esami neurologici e prove farmacologiche. Le prove farmacologiche consistono nell’utilizzo di fenilefrina all’ 1% . In base al tempo di risposta della pupilla si individua lo stadio di avanzamento della malattia. Si va da un minimo di 20 minuti nel caso di sindrome di terzo ordine, ai 45 di quella di secondo ordine, fino ad un massimo di 90 minuti per la sindrome di primo ordine.
 


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